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Dino 308 GT4
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Al Salone di Parigi del 1973 venne presentata allo stand di Bertone la Dino 308 Gt4.
La 308 Gt4 fu la prima Ferrari di serie ad essere prodotta da Bertone; il designer di Grugliasco ripropone lo stile a cuneo della Lancia Stratos e della Lamborghini Urraco.
La berlinetta di Maranello aveva la peculiarità di disporre di quattro posti, seppure quelli posteriori erano di dimensioni veramente ridotte, adatti più che altro a due bambini, per questo la posizione dell'abitacolo era decisamente avanzata.
IL motore, a differenza della Dino 206/246, era fabbricato direttamente a Maranello e non in Fiat, ed era un potente 8 cil. a V di 90 gradi da 2927 cc., posizionato al centro e disposto trasversalmente, la cui potenza era di ben 255 cv. Din a 7700 giri/min. e la coppia massima di 284 Nm a 5000 giri/min.
La distribuzione era a due valvole per cilindro con due alberi a camme in testa per bancata.
L'alimentazione avveniva tramite 4 carburatori doppio corpo Weber 34DCNF.
La lubrificazione, come su ogni motore ad alte prestazioni che si rispetti, era a carter secco.
La trasmissione era posteriore, il cambio in blocco con il motore aveva 5 marce, la frizione era monodisco a secco ed il differenziale posteriore era autobloccante.
IL telaio era a traliccio tubolare in acciaio con carrozzeria in lamiera d'acciaio ed alluminio.
Le sospensioni erano a quadrilateri sovrapposti sulle quattro ruote, i pneumatici da 205/70 erano montati su cerchi in lega da 14 pollici, i freni erano a disco e lo sterzo a cremagliera.
Le dimensioni della Dino 308 Gt4 erano le seguenti: lung. 4.30 m., larg. 1.80 m, alt. 1.18 m., il passo era di 2.55 m. e la carreggiata anteriore e posteriore era di 1.46 m.
IL peso era contenuto in 1150 kg.
Dal 1975 venne allestita, per il solo mercato italiano, la Dino 208 Gt4, vettura che con i suoi 2 litri di cilindrata permetteva di non incappare nell'imposta fiscale del 38%, che colpiva in Italia, le vetture con cilindrate superiori.
In questo caso il V8 aveva una cilindrata di soli 1990 cc. ed una potenza drasticamente ridotta a 170 cv. Din., che per un motore di quella cubatura erano comunque molti.
Esteticamente si riconosce dalla sorella maggiore per la mancanza dei fari antinebbia, per il terminale di scarico singolo e per i pneumatici di minor larghezza.
Dal 1976 anche sulle Dino apparve il simbolo del cavallino rampante in luogo della scritta Dino, diminutivo di AlfreDino, l'amato figlio di Enzo Ferrari scomparso prematuramente nel 1957 a causa di una grave malattia. Le prestazioni della Dino 308 Gt4 erano ottime, infatti raggiungeva la velocità massima di 250 km/h con una forte progressione, ma il vero punto di forza della Dino era la tenuta di strada, che grazie all'equilibrata distribuzione dei pesi era eccellente, anche lo sterzo aveva una precisione invidiabile.
La versione 208 doveva fare i conti con un motore decisamente meno potente, ma manteneva comunque una buona sportività e raggiungeva la ragguardevole velocità di 220 km/h.
La Dino non ha riscosso un grande successo, eppure a vederla oggi è molto bella, la sua linea tesa e pulita era riuscita a coniugare magistralmente un abitacolo a quattro posti con una linea sportiva e compatta. Tecnicamente era validissima, infatti l'ottimale distribuzione dei pesi ne esaltava il comportamento su strada, anche il motore era un vero gioiello, ma queste indiscusse qualità non convinsero chi preferì orientarsi su altri modelli.



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Federico Belmessieri