Ferrari 126 C

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Quello del 1980 fu per la Ferrari un mondiale disastroso, con la 312 T5 Villeneuve e Scheckter raccolsero solo 8 punti iridati; fu chiaro che bisognava voltare pagina. Al Campionato Mondiale del 1981 la Ferrari si presentò con un modello completamente nuovo, la 126 C, che aveva nel motore le più importanti novità. IL propulsore infatti sfruttava un'architettura a 6 cilindri a V di 120 gradi, già sperimentata con successo sul modello 156 del 1961 ed era sovralimentato tramite due turbine della tedesca KKK (Kunhle, Kopp e Kausch), preferite al compressore Comprex sperimentato in precedenza (nelle fasi iniziali di sperimentazione e collaudo, la Ferrari 126 C esisteva nella variante 126 CX con compressore e 126 CK con turbocompressore), nonostante la cilindrata di soli 1496,43 cc. la potenza balzò da circa 520 cv. del 12 cilindri boxer della Ferrari 312 T5 ad oltre 580 cv. a 11.500 giri/min. della 126 C. IL 6 cilindri di Maranello era inoltre dotato di distribuzione bialbero con 4 valvole per cilindro, iniezione indiretta Lucas ed accensione elettronica Magneti Marelli, il cambio a 5 rapporti + rm mantenne la disposizione trasversale dei modelli precedenti, così come il telaio in monoscocca con pannelli d'alluminio rivettati non subì particolari evoluzioni. La mancanza di affidabilità della 126 C costrinse la Ferrari a numerosi ritiri, ma non mancarono alcuni acuti dell'asso canadese Gilles Villeneuve, che vinse a Montecarlo e Jarama ed arrivò terzo a Montreal, furono risultati ottenuti soprattutto grazie all'incredibile stile di guida del canadese, che riuscì a domare la brutale potenza del motore turbo addirittura su tracciati in cui era richiesta una proverbiale guidabilità. La 126 C è stata la prima Ferrari dell'era Turbo, fu vincente in tempi brevissimi e rappresentò un'ottima base di partenza per il modello 126 C2 del 1982, che conquistò con facilità il mondiale costruttori.