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Ferrari 250 Tour de France

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La Ferrari 250 Gt Competizione, insieme alla 250 Swb ed alla 250 Gto, è la gran turismo che ha raccolto il maggior numero di vittorie ed ha fortemente contribuito a consolidare il prestigio del marchio Ferrari, che sempre più successi raccoglieva sulle piste e le strade di tutto il mondo.
La 250 Gt è meglio conosciuta come 250 Tour de France, proprio per la sequenza di vittorie che ha riportato nella durissima corsa a tappe francese (1956 con Alfonso De Portago - Nelson, nel 1957, 58, 59 con Olivier Gendebien - Bianchi).
Nel cofano motore della Tdf era alloggiato il gloriosissimo 12 cilindri a V di 60 gradi di 2953,2 cc. progettato da Giochino Colombo, che nella versione "Tipo 112" erogava 220 cv., mentre nella successiva versione del 1956 denominata "Tipo 128" arrivò ad erogare nelle varie evoluzioni fino a 260 cv. a 7000 giri al minuto, grazie all'adozione di valvole di maggior diametro, nuovo albero a camme in testa e pistoni Borgo.
L'alimentazione avveniva tramite tre carburatori Weber 36 DCZ3 e la lubrificazione era a carter secco. La trasmissione era ovviamente posteriore, il cambio a 4 rapporti e la frizione inizialmente multidisco venne sostituita in seguito con una monodisco della Sachs.
La frenata era assicurata da 4 freni a tamburo di 380 mm.
I cerchi da 16 pollici a razze e gallettoni erano eseguiti da Borrani.
IL telaio era a longheroni e traverse, le sospensioni a quadrilateri con balestra trasversale e barra antirollio all'anteriore, mentre al posteriore era alloggiato un ponte rigido con balestre longitudinali, ammortizzatori Houdaille sulle quattro ruote.
IL peso complessivo della 250 Tdf era di 1145 kg.
Di questa gran turismo esiste anche una versione a passo corto (240 cm.) prodotta in 6 esemplari nel 1959 e denominata "Interim"; era la base di partenza della 250 Swb.
La Ferrari 250 TdF rappresentò in quegli anni la gran turismo per eccellenza; veloce in strada quanto in pista era in grado di suscitare fortissime emozioni anche da ferma, tanto era bella la sua linea, che ricordiamo era disegnata da Pininfarina e carrozzata da Sergio Scaglietti.


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Federico Belmessieri