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Jaguar E Type
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Senza nulla togliere a Diabolik, ma con una Jaguar E Type anche io avrei fatto colpo su Eva Kant. La sua incredibile linea lascia senza fiato. Come una modella sempre in posa in attesa di uno scatto, lei si concede agli sguardi sicura di suscitare estasi. Quando venne presentata al salone di Ginevra nel marzo del 1961 si scatenò un'isteria di massa e le prenotazioni superarono di gran lunga le più ottimistiche previsioni: nessuno resisteva al fascino così eccezionalmente seducente della Jaguar E Type.
La granturismo di Coventry derivava direttamente dal modello D Type, che dal 1955 al 1957 aveva dominato la 24 Ore di Le Mans. Richiese per la sua messa a punto la realizzazione di tre prototipi. Il progettista William Heynes dovette impegnarsi in particolar modo sulla realizzazione del retrotreno: si passò infatti da uno schema a ponte De Dion ad uno a semiassi oscillanti, per optare alla fine per una soluzione che prevedeva l'installazione di un telaietto ausiliario fissato alla scocca, al quale vennero ancorati il differenziale e le sospensioni. Quest'ultime seguivano lo schema del braccio trasversale inferiore e del semiasse oscillante superiore, con freni a disco entrobordo. Più semplice fu la realizzazione dell'anteriore, con sospensioni a bracci trasversali sovrapposti e barre di torsione longitudinali. Il motore era il poderoso 6 cilindri in linea che già equipaggiava il modello Mark II ma con potenza incrementata da 220 cv a 265 cv, in grado di garantire alla E Type una velocità massima di 240 Km/h. Il cambio era la nota dolente dell'intero progetto: un quattro marce Moss lento, rumoroso e con la prima marcia non sincronizzata. La linea era opera di Malcolm Sayer, che sviluppò concetti aerodinamici già introdotti sui modelli D Type e XK-SS.
Sulla Jaguar E Type erano presenti numerose peculiarità: il lungo cofano anteriore incernierato anteriormente per avere un'operatività completa sul motore, i fari anteriori carenati, il parabrezza anteriore con tre spazzole, i doppi scarichi cromati con terminali centrali, i cerchi a raggi, il portellone del bagagliaio che si apriva lateralmente ed i minuscoli sportelli per accedere all'abitacolo. Gli interni erano lussuosi, i sedili a guscio erano rivestiti in pelle così come le portiere ed i montanti, il volante era in legno con tre razze in metallo, il cruscotto era di impostazione sportiva, con tachimetro (fondo scala a 160 Mph o 260 Km/h) e contagiri davanti al pilota, mentre alla sua destra erano presenti tre indicatori di livello (acqua, benzina e batteria) ed il manometro dell'olio, inseriti in un pannello di alluminio spazzolato. Alla versione coupé seguì poco dopo la roadster con tettuccio in tela.
Nel 1964 alla E Type vennero apportate significative migliorie: il motore subì un incremento di cilindrata da 3800 cc. a 4200 cc, che, a parità di potenza, garantiva maggior elasticità di marcia, il cambio venne sostituito con uno di nuova progettazione con tutte e quattro le marce sincronizzate, la dinamo lasciò il posto all'alternatore e venne montato un servofreno maggiorato per diminuire lo sforzo al pedale.
Nel 1968 venne presentata a Londra la seconda serie della granturismo inglese. Le modifiche più evidenti riguardarono la carrozzeria: per soddisfare le nuove normative Usa i fari anteriori persero la caratteristica carenatura e vennero avanzati di 5 cm, quelli posteriori vennero posizionati sotto i paraurti, posti più in alto, la presa d'aria anteriore venne maggiorata per ospitare l'impianto dell'aria condizionata ed un nuovo radiatore. Gli interni vennero rivisti con diversi rivestimenti e con sedili più avvolgenti dotati di poggiatesta. Anche la seconda serie della E Type riscosse un gran successo di vendite, ma in Jaguar si resero ben presto conto che per prolungare la vita della sportiva inglese serviva qualche cosa di forte: si decise allora di investire su un nuovo motore, ma questa volta a 12 cilindri.
In realtà l'idea di dotare una Jaguar di un'unità a 12 cilindri nacque alla fine degli anni 50 per rinverdire i fasti della mitica D Type, difatti nei primi anni 60 era stato collaudato sul prototipo XJ 13. Per la terza serie della E Type venne approntato un 12 cilindri a V di 60 gradi di 5300 cc. di cilindrata in grado di erogare una potenza di 272 cv. Il nuovo modello venne presentato al pubblico nel marzo del 1971 in occasione del Motor Show di New York. Le differenze rispetto alle serie precedenti erano notevoli: oltre al motore a 12 cilindri la vettura aveva un passo allungato di 23 cm, la carreggiata anteriore aumentata di 11 cm e la posteriore di 8 cm. Ma l'elemento che maggiormente risaltava all'occhio era la nuova calandra cromata applicata sulla presa d'aria anteriore. Telaio, freni, sospensioni e ruote vennero adattate di conseguenza. Quest'ultima versione dell'E Type era più guidabile rispetto alle serie precedenti, in quanto il nuovo motore aveva grandi doti di elasticità più che di potenza, inoltre era più facile da condurre grazie al servosterzo di serie ed al cambio automatico fornito come optional.
Eh si! L'E Type era diventata un'ottima granturismo: elegante, sportiva e confortevole. Ma adesso bisognerebbe rileggere le prime righe di questo racconto, quando dicevamo di una vettura incredibilmente bella e affascinante, tanto per ricordare che stavamo parlando di un vero e proprio capolavoro di design e non di un'ottima granturismo. Non a caso Diabolik rimase fedele alla sua E Type prima serie con fari carenati.

Caratteristiche tecniche

Motore:

Posizione: anteriore.
N.cilindri: 1° e 2° serie 6 in linea, 3° serie 12 a V di 60 gradi.
Cilindrata: 1° serie 3781 cc.- 4235 cc., 2° serie 4235 cc., 3° serie 5343 cc.
Potenza: 1° serie 265 cv a 5500 giri/min., 2° serie 265 cv. a 5400 giri/min., 3° serie 272 a 5850 giri/min.
Coppia max.: 1° serie 38.6 kgm a 4000 giri/min., 2° serie 42 kgm a 4000 giri/min. 3° serie 42 kgm a 3600 giri/min.

Trasmissione:

Cambio: 1° serie a 4 marce con prima non sincronizzata, 2° e 3° serie a 4 marce tutte sincronizzate. 3° serie cambio automatico Borg Warner a 3 rapporti (optional).
Trazione: posteriore con differenziale autobloccante.

Corpo vettura:

Tipo carrozzeria: 2 porte. Cabriolet 2 posti, coupè 2 posti e coupè 2+2. Scocca portante con telaio ausiliare.
Sospensioni anteriori: a ruote indipendenti con bracci sovrapposti oscillanti, barre di torsione longitudinali e ammortizzatori telescopici.
Sospensioni posteriori: a ruote indipendenti, bracci trasversali inferiori e semiassi superiori, doppie molle elicoidali con doppi ammortizzatori coassiali.
Freni: a disco sulle quattro ruote, entrobordo al posteriore.
Sterzo: a cremagliera.
Cerchi: da 15 pollici a raggi, 3° serie da 15 pollici a raggi e successivamente in acciaio.

Dimensioni:
Lunghezza: 1° e 2° serie 446 cm., 3° serie 468 cm.
Larghezza: 1° e 2° serie 166 cm., 3° serie 168 cm.
Altezza: : 122 cm., versione coupè 2+2 130 cm.
Passo: 1° e 2° serie 244 cm., 3° serie e versione coupè 2+2 267 cm.
Peso: 1° serie 1197 kg, 2° serie 1252 kg, 3° serie 1437.
Prestazioni: 1° e 2° serie oltre 240 km/h, 3° serie 228 km/h.


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Federico Belmessieri