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Lamborghini Urraco P250
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Al Salone dell'Automobile di Torino del 1970 venne presentata la Lamborghini Urraco.
Gli esemplari esposti erano due, uno di colore arancione per lo stand Lamborghini e l'altro bianco per quello Bertone.
L'Urraco, nome di una famoso toro da corrida, era una vettura commercialmente molto importante per la casa di Sant'Agata, in quanto una crisi energetica relativamente lunga stava attanagliando i paesi occidentali e gli Stati Uniti, era indispensabile quindi offrire un modello dalle caratteristiche prettamente sportive, ma relativamente parco nei consumi e nei costi di gestione.
La piccola di Sant'Agata venne progettata, su volere dello stesso Ferruccio Lamborghini, da Paolo Stanzani e disegnata da Marcello Gandini, designer di Bertone già padre della splendida linea della Miura.
L'Urraco aveva una linea molto bella ed elegante; il posto guida avanzato, il muso relativamente corto ed il motore centrale posteriore disposto trasversalmente, permisero di ricavare altri due piccoli posti, tanto che la vettura era omologata come quattro posti.
Inizialmente l'Urraco venne presentata nella versione P250 (la P indicava la posizione "posteriore" del motore e 250 la cilindrata di 2.5 litri), equipaggiata con un V8 a 90 gradi di 2462 cc. in grado di erogare una potenza di 220 cv. Din. a 7500 giri/min. ed una coppia di 225 Nm. a 5750 giri/min.
La distribuzione era a due valvole per cilindro con un albero a camme in testa per bancata, l'alimentazione avveniva tramite 4 carburatori invertiti doppio corpo della Weber.
La trazione era posteriore con cambio a 5 rapporti integrato con il motore e frizione monodico a secco ad azionamento idraulico.
IL telaio era monoscocca, le sospensioni seguivano lo schema McPherson sulle 4 ruote, l'impianto frenante era dotato di 4 freni a disco e lo sterzo era a cremagliera.
Le dimensioni della vettura erano: lung. 4250 mm., largh 1760 mm., alt. 1115 mm., passo 2450 mm. e carreggiata ant. e post. di 1460 mm.
IL peso era contenuto in soli 1100 kg.
Le prestazioni della versione P250 erano ottime, infatti raggiungeva una velocità massima di 240 km/h ed accelerava da 0-100 in 6.9 sec., ma il suo maggior pregio era l'eccellente tenuta di strada; risultato reso possibile da un'ottima distribuzione dei pesa tra i due assali, dallo schema delle sospensioni e dai pneumatici maggiorati da 205/70 montati su cerchi in lega da 14 pollici della Campagnolo.
Nel 1974 debuttò, la versione P200 con motore da 1973 cc. e 182 cv., in grado di far raggiungere alla vettura i 225 km/h, questa versione più piccola venne approntata, per il solo mercato italiano, per non incorrere nella pesante tassazione che veniva applicata sulle vetture di oltre 2 litri di cilindrata.
Sempre nello stesso anno fece la sua comparsa l'Urraco P300, equipaggiata con il V8 portato a 2996 cc. e dotato di doppio albero a camme in testa, era in grado di erogare una potenza massima di 265 cv. a 7800 giri/min., e spingeva l'Urraco fino a 265 km/h.
La piccola Lamborghini venne prodotta in 520 esemplari nella versione P250, in 66 esemplari nella versione P200 e 190 nella P300.
Un esemplare in perfette condizioni della Lamborghini Urraco può arrivare a costare, nella versione P300, anche 30.000 euro, dipende soprattutto dal dolore che il proprietario prova nel distaccarsi da questo piccolo gioiello.



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Federico Belmessieri