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Maserati Merak
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Nell'ottobre del 1972 venne presentata al Salone di Parigi la bellissima Maserati Merak e nel novembre dello stesso anno fece la sua apparizione anche al Salone di Torino.
La Merak, che prende il nome da una stella dell'Orsa Maggiore, venne progettata da Giulio Alfieri per venire incontro ad una clientela che desiderava una vettura estremamente sportiva ma con costi di gestione relativamente contenuti rispetto alla Maserati Bora, che con i sui V8 da 4.7 e 4.9 litri, offriva prestazioni eccezionali ma con consumi di conseguenza molto elevati.
La Merak ereditava il telaio dalla Bora, ma rispetto a quest'ultima si distingueva per numerosi interventi a livello di carrozzeria, che ricordiamo è firmata dalla Italdesign di Giorgetto Giugiaro; le differenze più evidenti riguardavano il paraurti anteriore, il diverso taglio degli sportelli, i cerchi in lega di nuovo disegno, il cofano motore completamente diverso non più ad apertura totale controvento, mentre per quanto riguarda gli interni si distingueva per il moderno cruscotto ereditato della Citroen Maserati SM e per i 2 piccoli strapuntini posteriori ottenuti grazie alle ridotte dimensioni del motore.
Nel 1968 il commendator Adolfo Orsi e suo figlio Omer dovettero cedere il 60% della Maserati alla Citroen per far fronte ai futuri investimenti necessari per sviluppare i loro modelli, ma dal 1971 l'intera fabbrica divenne proprietà dei francesi, questo portò almeno inizialmente nuovi capitali e sinergie di gruppo.
IL motore della Merak era lo stesso che precedentemente equipaggiava la Citroen Maserati SM, noto come "Tipo C114" era un compatto 6 cil. a V di 90 gradi realizzato con molte componenti in alluminio, la cilindrata era passata dai 2670 cc. della SM ai 2965 cc. della Merak.
L'incremento di cilindrata era stato ottenuto portando la corsa a 91.6 mm e conservando l'alesaggio a 75 mm., questa modifica si rese necessaria per aumentare la potenza a 190 cv. Din. a 6000 giri/min. e la coppia a 26 kgm a 4000 girni/min.
L'unità motrice era posizionata posteriormente e disposta in senso longitudinale con il cambio a 5 rapporti posizionato a sbalzo sulle ruote posteriori, questa soluzione permetteva di concentrare il peso del motore entro l'assale posteriore ed avere una ripartizione dei pesi equilibrata tra avantreno e retrotreno.
La distribuzione avveniva tramite doppio albero a camme in testa per bancata e due valvole per cilindro.
L'alimentazione era garantita da 3 carburatori a doppio corpo Weber DCNF.
La trazione era posteriore con frizione monodico a secco.
Per quanto riguarda il corpo vettura la Merak era a carrozzeria portante con sospensioni a triangoli sovrapposti, ammortizzatori idraulici con molla elicoidale coassiale e barra antirollio avanti e dietro, i freni erano a disco sulle quattro ruote e lo sterzo a cremagliera.
I pneumatici erano differenziati sui due assi, infatti all'anteriore montava i 185/15, mentre al posteriore 205/15 su cerchi in lega Campagnolo.
Le misure della Merak erano le seguenti: lung. 4.33 m., larg. 1.77 m., alt. 1.13 m., carreggiata ant. 1.47 m. post. 1.44 m., passo 2.6 m.
Dal 1975 la Maserati passò fortunatamente nelle mani dell'argentino Alejandro De Tomaso e la Merak venne subito proposta nella più cattiva versione SS, che esteticamente si riconosceva per la griglia sul cofano anteriore in prossimità delle due grandi ventole di raffreddamento del radiatore, ma modifiche più consistenti riguardarono il cruscotto dal carattere decisamente più sportivo con un volante a quattro razze in luogo di quello a singola razza della SM e numerosi indicatori circolari raccolti davanti il pilota.
IL motore beneficiò di carburatori Weber da 44 al posto dei 42, il rapporto di compressione passò da 8.75:1 a 9.1:1, la potenza salì a 220 cv. Din. ed il peso scese da 1320 kg. a 1270 kg.
Nel 1976 venne approntata anche la versione 2000 GT con il V6 portato a 1999 cc. ed in grado di erogare 170 cv. Din a 7000 giri/min. e 19 kgm. a 5000 giri/min. di coppia massima.
IL comportamento stradale della Merak era ottimo, infatti il suo comportamento neutro la rendeva relativamente facile da guidare, lo sterzo era preciso, il cambio leggermente duro ma preciso, ed i freni con pedale a corsa corta non accusavano mai cedimenti neanche nell'uso più esasperato.
Le Merak raggiungevano i 245 km/h nella più potente versione SS, i 240 la 3 litri normale ed i 220 la 2 litri.
La produzione di questa meravigliosa Maserati terminò nel 1982, dopo aver venduto 1700 esemplari nella versione 3 litri (di cui 1000 SS) e 200 nella versione 2 litri, infatti dal 1982 lasciò la scena alla fortunata serie Biturbo.



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Federico Belmessieri